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ALBICOCCA
Prunus
armeniaca L.
a cura di Federico
Calviello
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ALBICOCCA
Prunus armeniaca L.
Armellimo, grisomolo o meliaca sono i nomi
comuni con cui questa preziosa Rosacea è conosciuta. E’
un albero che può raggiungere i 5-6 metri., con ramificazioni
molto divergenti sui quali si sviluppano foglie alterne, ovate,
con apice acuto, base a forma di cuore e margine seghettato, di
colore verde lucente sulla pagina superiore. I fiori, lunghi
circa 3 cm, presentano una corolla di 5 petali bianco-rosati che
compaiono in febbraio-marzo. Infine, i frutti sono delle drupe*
di 5-8 cm, con un piccolo solco laterale e di un bel
giallo-arancio che maturano in giugno-luglio.
Pianta molto rustica si adatta a qualsiasi
terreno sebbene prediliga posizioni soleggiate.
Spontaneo nell’Asia centrale è coltivato in
Cina da oltre 4000 anni.
Fu introdotto in Grecia e in Italia
dai romani. Tramite le carovane dei mercanti, l’albicocco
si diffuse poi nel Medio Oriente, e di qui nei paesi del bacino
del Mediterraneo. Questo grazie soprattutto alle spedizioni di
Alessandro Magno, che fece conoscere in Occidente una grande
varietà di piante fino ad allora ignote. Il suo nome origina
dall’arabo al-barquq, a sua volta derivante dal latino
praecoquus che significa “frutto precoce”. I romani, in
realtà, avevano chiamato la pianta Armeniacum malum e
cioè “melo d’Armenia”; ma una varietà di questi frutti che
maturava prima di tutte le altre finì per dare il nome alla
specie nel suo insieme.
L'albicocca è
un frutto ricco di vitamina A, B,
C,
K e PP e di diversi minerali ed oligoelementi:
potassio, magnesio, ferro, calcio, sodio, fosforo, manganese,
cobalto, cromo, fluoro e carotenoidi. E’ antidiarroica ed
energetica, ed ha anche proprietà lassative, favorite dalla
presenza del sorbitolo (uno zucchero).
Rimineralizzante, antistress per la presenza di magnesio
è molto nutritiva a completa maturazione, antianemica,
rinfrescante, rigeneratrice del tessuto nervino. I frutti
vengono consumati preferibilmente freschi, ma si prestano bene
ad essere essiccati al sole in maniera naturale. La polpa ben
matura può essere trasformata per la preparazione di marmellate
gelatine e succhi.
*
E’ un
frutto
carnoso indeiscente (cioè che, anche giunto a completa
maturazione, non si apre spontaneamente per fare uscire il seme)
con una parte esterna sottile (l'esocarpo
membranoso o buccia), una parte centrale carnosa (il
mesocarpo
carnoso e succoso o polpa), ed una parte interna legnosa (endocarpo
legnoso o nocciolo), che contiene al suo interno un solo
seme
osseo.
Federico Calviello
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