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cristallizzazione-cristallizzazionecristallizzazionecristallizzazioncristallizazionecristallizzaione
FARRO IN GRANI
(Triticum
spelta)
A.
Tagliaferro 2010
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Immagini di cristallizzazione molto ordinate ed equilibrate,
monocentriche, con il fulcro bilobato e una netta tendenza alla
formazione polilobata "fiore-frutto". Dopo un parziale
indebolimento e perdita di dettaglio nell'area centrale, le
strutture cristalline si diramano vigorosamente e si suddividono
in ampi e numerosi ordini di ramificazione secondaria. Il
processo di espansione subisce un certo rallentamento-arresto
poco prima dell'area periferica, dove i cristalli sembrano
smarrire l'impulso e la coerenza iniziali e tendono a disporsi a
perpendicolo della linea corticale (fenomeno chiaramente
evidente a ore 4 e a ore 8). Non si notano però anastomizzazioni
nei rami principali nè ramificazioni secondarie contratte o
inespresse, in nessuna zona della figura. Il prodotto può essere
giudicato un alimento equilibrato e di qualità medio-alta per
quel che riguarda le le forze vitali.
Qualche notizia storica e scientifica sul
farro
Farro (triticum spelta) "Farro piccolo" o
"Farro monococco" (triticum monococcum)
Il farro piccolo è quello di più antica
coltivazione, la prima forma di frumento coltivata dall'uomo. Si
trovano reperti del suo predecessore selvatico Triticum boeticum
risalenti al X-IX millennio a.C. nell'odierna Turchia, probabile
zona d'origine. I
primi reperti di coltivazione sono attribuiti al VIII-VII
millennio a.C.. Ogni spiga porta una
singola cariosside (molto raramente due) e questo ne fa, tra i
frumenti coltivati, quello con il rendimento alimentare
peggiore. Oggi è
la specie meno coltivata, per la scarsa resa e gli alti costi di
lavorazione.
"Farro" o "Farro medio" o "Farro dicocco" (Triticum
dicoccum) La
coltivazione del farro medio segue storicamente di pochissimo
quella del piccolo farro.
Derivato dalla specie selvatica Triticum
dicoccoides, è di maggiore produttività del precedente (dato che
ogni spiga porta due cariossidi, molto raramente tre) e dovette
a questa sua caratteristica la domesticazione e la diffusione
più veloci.
Proprio la velocità di diffusione iniziale rende più difficile
risalire alla zona di origine esatta, che è comunque da
collocare tra il Mediterraneo e il Caucaso.
A questa specie appartiene la grande
maggioranza del farro coltivato in Italia, sia attualmente che
in epoca storica (oggi circa 2000 ha).
"Farro spelta" o
"Spelta" (Triticum spelta)
La domesticazione del farro grande o farro
spelta segue di due millenni quella delle altre due varietà e
può essere ricondotta in una zona più orientale, vicina al
Caspio. Il farro grande deriva dall'incrocio tra il farro
dicocco e l'Aegilops squarrosa, una graminacea selvatica.
Anch'esso ha spighe con due
(raramente tre) cariossidi. Il farro spelta
non si adatta particolarmente al clima italiano, dove viene
coltivato su una superficie di circa 500 ha.
Gran parte di quello
presente oggi sulle nostre tavole proviene dall'Europa Centrale
e Orientale e dalla Francia.
La caratteristica comune
di queste tre specie - caratteristica per cui vengono anche
definiti grani vestiti - è che il chicco, dopo la trebbiatura,
rimane rivestito dagli involucri glumeali (si parla di forte
aderenza delle glume e delle glumelle alla cariosside). Perciò
si effettua una 'sbucciatura'con specifiche macchine
decorticatrici che provvedono all'operazione.
Il farro è famoso per
essere stato la base dell'alimentazione delle legioni romane
che partirono
alla conquista del mondo. Veniva usato principalmente per
preparare pane,
focacce (libum) e polente (puls).
Un'altra testimonianza
dell'importanza del farro è nel fatto che una antica forma di
matrimonio era
detta confarrato,(gli sposi mangiavano una focaccina di farro).
Il matrimonio confarreato era il solo riconosciuto per certi
effetti religiosi. I sacerdoti dovevano avere i genitori che
avessero contratto un simile matrimonio.
Tuttavia, la sua
coltivazione è andata via via riducendosi nel corso dei secoli,
soppiantate dal grano tenero (discendente dal farro grande) e
duro (discendente dal farro medio), con resa maggiore e costi di
lavorazione inferiore.
Oggi spesso la
coltivazione del farro è associata all'agricoltura biologica e
al tentativo di valorizzare zone agricole marginali, non adatte
alla coltivazione intensiva di grani cereali. Nonostante l'alto
costo, c'è stato un certo successo in questo lavoro di
riscoperta, dovuto alle caratteristiche organolettiche e
nutrizionali (maggiore contenuto proteico rispetto ad altri
frumenti).
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Cristallizzazione
Sensibile di estratto di farro (macerato e
macinato) |
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